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Scuola aperta, città che educa
Come può rispondere la scuola ai cambiamenti imposti dalle misure di contenimento del contagio da Coronavirus, restando connessa e coesa tra le sue componenti? Come fare a costruire una rete educativa territoriale ampia e diffusa che risponda ai bisogni formativi e offra opportunità formative a tutti gli studenti? Il percorso partecipativo “Scuola Aperta città che educa” si propone di trovare una risposta condivisa a queste domande, di sviluppare un "piano di emergenza educante" e di promuovere un patto educativo territoriale efficace attraverso attività di ascolto e di co-progettazione che coinvolgeranno studenti, genitori, docenti, personale scolastico, istituzioni e realtà associative locali.
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ieri, martedì 3 marzo, il percorso partecipativo è stato presentato ufficialmente al Collegio Docenti dell'Istituto Rossella Casini. Clicca qui per scaricare la descrizione del progetto!
Si sono concluse da poco le due giornate attività di ascolto in presenza con gli studenti dell'Istituto Comprensivo Rossella Casini, alla presenza dei facilitatori professionisti di Sociolab... leggi tutto
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FAQ - Domande Frequenti
FAQ - Domande Frequenti
- Quali istituti scolastici saranno coinvolti nel percorso?
- Le attività coinvolgeranno studenti, famiglie, docenti e personale scolastico dell’Istituto Comprensivo R. Casini di Scandicci, che è promotore del progetto. In particolare, saranno coinvolte le scuole primarie XXV Aprile, D. Gabrielli ed E. Toti, e la scuola secondaria di I grado Gianni Rodari.
- Quanto durerà il percorso?
- Il percorso durerà 4 mesi.
- Le attività saranno realizzate in presenza o a distanza?
- Le modalità organizzative delle attività proposte potranno modificarsi in base alle necessità legate alla gestione del fenomeno pandemico. La maggior parte delle attività è comunque pensata per poter essere condotta sia in presenza che in remoto, mediante appositi strumenti di partecipazione digitale. Nell’ottica di garantire il coinvolgimento dei partecipanti e un’interazione di qualità, si auspica di poter ritornare alla modalità in presenza nella seconda fase del progetto (co-design).
- Perché un piano d'emergenza educante?
- Per rispondere con prontezza alle varie condizioni critiche che potranno presentarsi in questi mesi di pandemia, a partire dall’isolamento di singoli alunni o classi, fino alla chiusura di un plesso scolastico. Obiettivo del progetto è coinvolgere studenti, insegnanti, docenti e personale scolastico nella definizione condivisa di un piano a partire dalla propria esperienza degli ultimi mesi. Il piano conterrà una serie di strumenti e modalità operative di lavoro e relazione che una volta concluso il progetto resteranno patrimonio della scuola.
- Perché un patto collaborativo di comunità?
- Per garantire che, in tempi di pandemia e di normalità, nessuno rischi di essere lasciato indietro. Obiettivo del progetto è arrivare a coinvolgere istituzioni, realtà associative e culturali territoriali nel consolidamento della “scuola allargata”: una comunità educante diffusa, a sostegno della piena realizzazione del piano di emergenza educante.
- Come verranno gestiti i momenti di ascolto?
- Le attività di ascolto attivo coinvolgeranno un campione quanto più ampio possibile di studenti, genitori, docenti e personale scolastico di tutti i plessi scolastici coinvolti. I facilitatori esperti adotteranno diverse metodologie in base all’interlocutore per favorire la partecipazione di tutte e tutti. Nel kit degli strumenti di ascolto impiegati rientrano: focus group, brainstorming, interviste in profondità, open space technology, insieme ad altre metodologie sviluppate appositamente per permettere agli studenti di rielaborare l’esperienza traumatica della DAD in modo leggero e giocoso.
- Come verranno gestiti i momenti di coprogettazione?
- La fase di coprogettazione (codesign) si ispirerà all’approccio Living lab, un modello per la progettazione e lo sviluppo di prodotti/servizi innovativi adottato dall’Unione Europea e inserito nella strategia “Europa 2020”. Mutuando il modello dal mondo della ricerca e sviluppo di prodotti a quello della governance collaborativa, è possibile infatti creare occasioni in cui il coinvolgimento attivo e congiunto di diversi portatori di interesse permetta di condividere soluzioni operative tramite strumenti e tecniche diversi (visioning, stakeholder engagement, roleplay e live prototyping). In questo quadro, verranno organizzati workshop tematici eterogenei tra le diverse componenti coinvolte, prestando particolare attenzione anche al coinvolgimento dei giovani studenti.