L'oggetto del processo riguarda la realizzazione di un cimitero dove accogliere persone di diversi credi, con relativa cappella funebre, struttura riservata a persone di diversi credi, cattolici, islamici, ortodossi, seguaci del confucianesimo, ma anche non credenti e agnostici.
La Croce d'Oro è un'organizzazione che realizza i suoi investimenti nell'ottica della sostenibilità ma non per creare profitto, ma per risolvere problemi sociali. Il problema della sepoltura delle persone di religione non cattolica è un problema che nei primi anni dell'immigrazione non si presentava in quanto gli immigrati erano persone giovani, e coloro che morivano venivano seppelliti al proprio paese, avendo poco radicamento;oggi la situazione è cambiata. L'età della popolazione immigrata è salita, vi sono persone non nate in Italia, ma che hanno trascorso nel nostro paese buona parte della loro vita e i cui familiari vogliono che siano sepolti da noi. Anche se apparentemente, il tema nel dibattito sull'immigrazione, riveste una importanza minore, periodicamente si ripresenta drammaticamente.
Nel luglio del 2013 a Prato un bambino pakistano di 4 anni, morto all'ospedale per cause naturali, è rimasto almeno tre settimane nella morgue in attesa della sepoltura. Un altro, deceduto poche ore dopo la nascita, ha avuto lo stesso trattamento. Una famiglia è riuscita ad avere ospitalità, l'altra è stata costretta a rispedire le spoglie in patria, dopo aver cercato posto in tutta la Toscana.
Questo perché manca cimitero per i non cattolici, non solo islamici, nell'area della piana, nonostante che dalla normativa vigente emerga in maniera chiara che “ i piani regolatori cimiteriali possono prevedere reparti speciali e separati per la sepoltura di cadaveri di persone professanti un culto diverso da quello cattolico”.
I comuni dell'area che accolgono da decenni una nutrita comunità di cittadini, stranieri o italiani di seconda generazione, di diversi culti, oltre che di non credenti su questo aspetto è stato fatto veramente poco. L’obiettivo dell’integrazione non è certo raggiungibile solo attraverso i cimiteri, tuttavia si tratta di un’importante dimostrazione di rispetto e di attenzione, soprattutto in uno stato che, come dice la nostra Costituzione, prevede la libertà di culto. Accogliere significa anche creare le condizioni perché chi arriva, indipendentemente dalla fede, possa sentirsi radicato e integrato, libertà che dovrebbe essere garantita anche agli italiani non credenti.
Dal punto di vista degli immigrati questo investimento avrebbe un grande valore sociale, e sarebbe economicamente sostenibile in quanto il numero delle persone che seguono culti diversi da quelli cattoliche, giustificherebbe l'investimento, come dimostra l'analisi dei dati e i contatti con le associazioni d'immigrati e le comunità religiose.
La finalità del progetto è quella d'individuare le modalità attraverso cui l'investimento, sostenibile non solo dal punto di vista economico, lo sia anche da quello sociale, senza determinare tensioni nella comunità. Chiameremo i cittadini a discutere delle soluzioni architettoniche di massima e delle modalità di gestione del cimitero.
Gli obbiettivi della proposta sono:
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creare una identità comune fra le persone i diversi culti, ma anche atei e agnostici, abitanti nella piana, identità sviluppata attraverso una conoscenza delle culture;
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sviluppare soluzioni architettoniche condivise che limitino l'impatto della struttura sul paesaggio e favoriscano la coesione sociale;
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coinvolgere cittadini di culti non cattolici, sia attraverso le comunità che singolarmente, residenti nei comuni , nella realizzazione dell'investimento
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coinvolgere i cittadini atei e agnostici nella realizzazione dell'investimento
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diminuire il rischio di “conflitti” fra comunità locale e comunità non cattoliche in seguito alla realizzazione dell'intervento.
Il progetto avrà il seguente svolgimento
Incontri partecipativi si articoleranno in due giornate su 4 sezioni. I° giornata prima sessione avrà una funzione informativa, secondo un approccio ad “imbuto, passeremo da aspetti generali a contenuti più specifici. Svilupperemo un processo di compartecipazione e conoscenza del concetto di morte, l'idea del rito funebre e della sepoltura,attraverso i racconti personali di persone di diversi credi (storytelling), analizzeremo quindi aspetti più specifici con le testimonianze di sacerdoti di varie religioni e rappresentanti di associazioni laiche. Questa sessione servirà anche per far condividere un linguaggio comune, rispettoso di tutti i credi, e per far capire la profonda differenza fra l'idea proposta ed un cimitero per cattolici in cui ci siano riservati posti per persone di altre religioni.
Nella seconda sessione i partecipanti saranno divisi in tavoli ognuno dei quali è seguito da un architetto, nella sala saranno presenti facilitatori e mediatori culturali, per facilitare la discussione. Ogni tavolo dovrà rispondere; a) criteri per la suddivisione delle aree fra i vari gruppi b) soluzioni architettoniche di massima. L'architetto tradurrà subito le idee emerse in un disegno.
La terza sessione che si svolgerà in un altra giornata. Ai partecipanti saranno illustrate delle buone pratiche di cimiteri per persone di diversi credi, attraverso, foto video e testimonianze. Successivamente verranno meglio definite le idee emerse in precedenza. In questa maniera potranno confrontare la loro idea con quanto visto, ma senza esserne così influenzati come se questa attività fosse svolta nel momento iniziale.
L'incontro di restituzione, a cui saranno inviati i cittadini di Montale e dei comuni della Piana servirà per illustrare le decisioni emerse durante il processo, e per votare le proposte architettoniche elaborate nelle sessioni precedenti.