Intestazione e Note

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La leggenda sul lago dell'Accesa

Si racconta che un tempo il Lago dell’Accesa non esistesse e che al suo posto si stendesse una larga pianura coltivata a grano.

Il 26 Luglio del 1218 i contadini locali festeggiavano, come sempre, Sant’Anna, protettrice dei mietitori, dedicandosi al riposo e ai riti di devozione.

Data l’annata prosperosa, però, alcuni di loro decisero di non santificare la festa, e iniziarono la mietitura. Verso mezzogiorno il cielo si annuvolò improvvisamente e la terrà iniziò a tremare, un’enorme voragine si aprì nella piana, inghiottendo uomini e animali, e si scatenò il diluvio, mentre altissime lingue si fuoco si alzavano dal sottosuolo.

Quando la tempesta cessò, al posto dei campi di grano si apriva un piccolo specchio di acqua verde cupo: il Lago dell’Accesa, che secondo la tradizione deve il suo nome proprio ai bagliori rossastri delle fiamme.

Tutt’oggi, nel giorno di Sant’Anna, c’è chi sente provenire dalle profondità delle acque grida umane, lo scalpitio dei cavalli e i rintocchi delle campane del paese che fu sprofondato.

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