Unità di monitoraggio ASCO pm10

Progetto Air Selcontrol, ottimizzare è sempre possibile

 

di Fosco Taccini

Questa settimana è iniziata la fase dell’ottimizzazione per i due apparati di rilevazione. Infatti, la centralina denominata ‘ASCO PM10’ – collocata affianco a una delle unità di monitoraggio di ARPALazio – ha iniziato a raccogliere dati in modo continuo nelle 24 ore: proprio da questa tipologia di rilevazione è possibile vedere il suo corretto funzionamento attraverso le differenti misurazioni dei valori di pm10 (piccole particelle di diametro uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro) al variare anche delle condizioni meteorologiche. I dati raccolti dalla centralina realizzata da Marco Lombardi sono sostanzialmente in linea con quelli dell’unità ‘Guido’ della rete ARPALazio, come è possibile apprezzare dal grafico che mette in comparazione i valori medi.  Mentre per la centralina ‘ASCO CO2’ – installata in un’aula dell’IIS Vadichina Chiusi – è stata eseguita un’ottimizzazione della rilevazione della temperatura, poiché l’unità permette la rilevazione anche di questo parametro, oltre all’umidità e ai valori di biossido di carbonio (CO2): tutti questi dati consentono di avere un quadro dettagliato e puntuale sulla salubrità del contesto in cui è installata la centralina. Inoltre, per consentire una maggiore conoscenza della strumentazione impiegata in queste fasi di sperimentazione, nella sezione materiali (in altro a destra) del sito web del progetto Air Selcontrol è stato inserito un manualetto che descrive tutta la componentistica necessaria per l’assemblaggio di un’unità di monitoraggio della CO2 (LINK): la documentazione è liberamente scaricabile, così da consentire una partecipazione sempre più attiva a tutti gli aspetti che riguardano questo progetto. Buone notizie, infine, anche in vista della possibile realizzazione di un “junior science shop”: nei prossimi giorni inizierà la sperimentazione di un microscopio realizzato con componentistica a basso costo denominato Foldscope (progettato dai laboratori della Stanford University), dalla semplice realizzazione in stile origami.
Quindi, tecnologia e sensibilizzazione alle tematiche ambientali che vanno a coniugarsi in modo appropriato nell’economia circolare come valida prospettiva nelle applicazioni future di interesse diffuso.