UN PATTO ANTICO CHE GUARDA AL FUTURO
"Acque, sentieri, beni comuni" - La comunità di Camaiore scrive il Regolamento” è il progetto con cui il Comune di Camaiore ha ricevuto il sostegno della Regione destinato a promuovere la partecipazione come forma ordinaria di amministrazione e di governo in tutti i settori e a tutti i livelli, alla diffusione della cultura della partecipazione, alla valorizzazione di tutte le forme di impegno civico, dei saperi e delle competenze diffuse nella società.
La proposta prevede che l’amministrazione, attraverso il coinvolgimento dei cittadini, raccolga indicazioni per un Regolamento per la valorizzazione e la manutenzione partecipativa dei Beni Comuni. Una parte del processo si focalizzerà sulla valorizzazione della viabilità storica ed i suoi fragili resti incisi nel paesaggio, spesso decontestualizzati, privi di qualunque manutenzione, soggetti ad un rapido degrado più di ogni altro oggetto monumentale che può invece risultare più appetibile in vista di un suo riuso, e rischia dunque di scomparire per sempre.
Il Comune di Camaiore presenta un territorio che si estende dal mar Tirreno fino alle pendici meridionali delle Alpi Apuane, una vasta porzione di territorio è montana e raggiungibile solo attraverso questi antichi collegamenti. Le pendici sono ancora caratterizzate dalla presenza storica di sistemazioni agrarie che costituiscono fondamentali presidi per un territorio geologicamente giovane e continuamente martoriato da fenomeni franosi. L'abbandono del territorio rurale è avvenuto con un ritmo più lento rispetto alle tendenze riscontrate in altre zone, grazie alla diffusa tradizione della conduzione familiare dei fondi e degli oliveti. Oltre ai sentieri vi sono anche molti antichi tracciati, tra cui la via Francigena, la via Romea che collegano il territorio in ogni sua parte. Questo quadro generale ha ispirato l’amministrazione a proporre un progetto che guarda al futuro valorizzando al tempo stesso strumenti antichi che traggono origine dalla stessa eredità statutaria dei primi comuni. Il territorio, fin da tempi remoti, è stato modificato dalle azioni dell’uomo per sottrarre terre coltivabili alla foresta naturale, tracciare collegamenti tra comunità sparse, facilitare scambi, approvvigionarsi di acqua, guadare torrenti e così via. In passato queste operazioni avvenivano con grande dispendio di energia a capitale umano. I beni comuni venivano realizzati, riparati e gestiti in modo collettivo dalle comunità agricole, era infatti radicata la consapevolezza della loro utilità e importanza vitale. Le norme di Camaiore previste già nell’estimo dell’anno 1402, ci attestano queste forme organizzative particolarmente efficaci; nello statuto comunale risalente al XV secolo era prevista una forma di partecipazione attiva alle varie incombenze relative alla manutenzione del territorio: tutto si basava sul principio che oggi potremmo definire di sussidiarietà orizzontale, difatti si svolgeva nell'ambito di un rapporto tra autorità e libertà, legato al presupposto secondo cui alla cura dei bisogni collettivi e alle attività di interesse generale provvedevano direttamente gli abitanti della Comunità, mentre i pubblici poteri intervenivano in funzione “sussidiaria” di programmazione, coordinamento e gestione.
Con la definizione di un Regolamento sui beni comuni il Comune intende proporre un programma di cura e manutenzione del territorio attraverso un nuovo contratto sociale tra Amministrazione pubblica e cittadini: facendo memoria di come venivano anticamente gestiti i beni comuni ed il territorio si ha un recupero di antiche prassi e ricette portatrici anche di valori relazionali, attuate con nuovi strumenti e una nuova consapevolezza.