Informazioni del percorso

Data: 29 novembre 2015

                                            Ore 10 Partenza dal Pontile di Forte dei Marmi per la BICICLETTATA:

Conoscere gli alberi monumentali del Forte

Ore 10,30 Partenza dal Pontile di Forte dei Marmi per la PASSEGGIATA

nel centro del paese: Conoscere le origini dei nostro luoghi

Ore 12,00 Ritrovo a Villa Bertelli,  saluto dei partecipanti:

PREMIAZIONE DEI LAVORI DELLE CLASSI IN MOSTRA

Informazioni Percorso:

 

Introduzione

 

Il documento più antico su cui compare la Versilia è la “Tabula Peutingeriana”, copia medievale di un antica carta romana dove sono riportate le strade più importanti dell’impero.   Sulla carta viene indicato il lago di Massaciuccoli, col nome Fosse Papirianis perché all’epoca l’area era importante per la coltura del Papiro.   Ed è il tratto di costa dove non c'è continutità nell'Aurelia.   Infatti un’unica palude ricopriva l'intera area dal Frigido a Massaciuccoli e questo non era considerato uno svantaggio.   L'Area era ricca di pesca, cacciagione, legname.   La presenza  di acqua fonda facilitava i trasporti ed il dedalo di vie d'acqua nella vegetazione difendeva dai nemici esterni.

Per avere un'idea dei benefici, si pensi che per avere il diritto di pesca sul Lago di Porta  l’Ospedale della Misericordia di Lucca, ancora nel 1245, sborsò 2.400 scudi d’oro.   Una cifra corrispondente ad alcuni milioni di euro perché il pesce del lago di Porta spuntava prezzi eccellenti, superiori anche al pesce di Massaciuccoli e di Bientina.

Un mondo che tramonta con la comparsa dei Medici a cui interessa estrarre marmo e minerali. In Versila si trovavano entrambi, assieme a legname e tantissima acqua corrente con cui funzionava l’industria di allora.

Serviva anche forza lavoro fornita da animali e persone.   Di conseguenza si cominciò a tagliare la foresta che ricopriva la costa . Fino ad allora era stata tutelata per proteggere l’entroterra dal salmastro.   I terreni disboscati furono livellati e si dette inizio alle opere di bonifica sterzando  la foce del fiume  Versilia verso Cinquale.   

I terreni migliori furono destinati a coltura, quelli soggetti a frequenti allagamenti a pascolo e quelli troppo sabbiosi alla piantaggione di Pini.   

I  lavori  cominciarono con la costruzione della Strada della Marina che da Querceta portava al mare, dove per riparare attrezzi e uomini nel 1560 venne costruita una capanna;  poi sostituita da una costruzione in muratura.

Il Magazzino della Maona che fu la prima costruzione di Forte dei Marmi. Da allora il paese è cresciuto e si è trasformato attraversando fasi alterne. Con la passeggiata e la bicicletta di oggi vogliamo sfogliare il paese come un libro per farci raccontare la sua storia fatta di luci e di ombre.   Per capire quali sono oggi i punti di forza da valorizzare, le debolezze da contrastare, le opportunità da considerare, le minacce da valutare.   

Ad esempio una grande minaccia per tutti è oggi rappresentata dai cambiamenti climatici.   Il 5 marzo scorso ci ha dato un assaggio della gravità degli eventi che si preparano, così come i tragici eventi di Parigi.   Non è il clima, ovviamente, la causa diretta del terrorismo, ma ha molto a che fare con il collasso di interi stati, con quel che ne consegue.   Ridurre i nostri consumi ed emissioni non basta a cambiare il mondo, ma è uno dei contributi pratici che possiamo dare perché tutto è collegato ed è necessario reagire. (ved. Anche volantino POC21)

L’era dei rinvii, delle mezze misure, degli espedienti ingannevolmente consolatori, dei ritardi è da considerarsi chiusa. Ora ha inizio l’era delle conseguenze.” . Winston Churchill.

 

E per un buon inizio vi chiediamo di riempire a fine percorso le caselle del foglio che vi abbiamo distribuito.( scheda SWOT)

PARTENZA  Bicicletta

 Pontile alle 10 con le biciclette

Nel 1807 apre l’Henreaux e l’attività di escavazione aumenta nettamente, facendo crescere l’attività intorno al Magazzino ed il paese che dal 1821 al 1935 raggiunge i 300 abitanti

Per rendere più agevole il carico dei Marmi nel 1877 viene costruito il Pontile, lungo 325mt, largo 5.   Alla sua estremità venne collocata la “Mancina” una gru dalla portata di 20 tonnellate.

Oggi dalle cave si estraggono migliaia di tonnellate di pietra al giorno.   Intere montagne spariscono, come è stato per il Pizzo di Falcovaia, mentre i ravaneti invadono le valli e la marmettola uccide il poco che resta dei torrenti.

 

Viale della Repubblica, La capannina di Achille Franceschi, che fu Sindaco di forte dei Marmi.   A lui si devono la realizzazione del “viale a mare” largo 30 metri che da Cinquale giunge a Fiumetto. La prima mostra d’arte del Forte e la prima esperienza di teatro all’aperto nella zona di Roma Imperiale.    Fu sempre Franceschi che costruì il Grand Hotel e che tentò di aprire un casinò in Piazza Marconi.  L’opposizione fu talmente forte che dovette dimettersi.

 

Via XX settembre,

 

Via Carducci, notare i lecci secolari lato monte, sopra quel che resta di una duna fossile. I boschi assorbono CO2 e ne regolano la quantità in atmosfera. Quelli che  una volta si trovavano in Versilia sono stati quasi completamente distrutti, oppure sono minacciati.   In montagna i boschi si sono molto diffusi nei 50 anni scorsi, ma oggi vengono aggrediti dalle cave e dalla siccità, in collina dagli incendi estivi.   In pianura i brandelli che restano spariscono per fare spazio a Case e strade (v. Piano Complesso d’Intervento).

Intanto aumentano le emissioni. E’ questo è più grave oggi che un tempo perché sta avvenendo in tutto il mondo.

 

Piazzetta Montale dove il poeta abitava ed amava soffermarsi all’ombra del secolare leccio, fortunosamente sopravvissuto ad una potatura per così dire “inappropriata”.

 

Via Duilio,

 

Viale Ammiraglio Morin, importante perché abitata dagli artisti tedeschi ed inglesi dal 1850 al 1913 : Isolde Krunz, Boecklin, Brukmann.   Poi dalle famiglie di grandi industriali come la Siemens, e gli Agnelli.   E’ in viale Morin che L’amiraglio Morin ricevette il messaggio inviato da Marconi da Poldhu in Inghilterra e ricevuto dalla Nave Carlo Alberto a largo della Gorgona.  Un’esperimento fondamentale per lo sviluppo delle telecomunizìcazioni.

 

Via Leonardo da Vinci, Fiumetto è una lama retrodunale che divenne foce del Versilia nel 1669 a scapito di Motrone dove sfociava prima.   Nel 1700 il Fiume venne fatto sboccare al Magazzino, poi fu riportato nel Fiumetto e, dopo il 1830, spostato verso Cinquale.   Il Fiumetto è parte di quel patrimonio di Biodiversità ed Acqua che ancora resiste alle bonifiche ed all’inurbamento. Lungo le sue sponde crescono il giglio d’acqua ed il Tassodio (Taxodium) o cipresso calvo  (conifera palustre americana importata in Europa nel 1640)  Pur essendo una conifera perde le foglie aghiformi (a questo rimanda il termine “calvo”) e può raggiungere i 30 metri di altezza.   E’ uno dei pochissimi alberi che possono vivere con le radici perennemente sommerse grazie a particolari strutture, dette “pneumatofori”.   Il Fiumetto, con il suo fluire,  impedisce al mare di risalire nell’entroterra ed inquinare le falde di acqua dolce.   Ma in estate gli esagerati consumi d’acqua dei giardini abbassano la falda freatica e li prosciugano.   L’unica acqua che ci arriva in Luglio ed Agosto è quella del depuratore dei macelli che è quindi vitale per la salvaguardia della falda, oltre che per mantenere in vita l’ecosistema.  

 

Via Simone Martini,

 

Via Raffaelli,

 

Via Corsica  visione del Pino Simonetta

 

via Carducci,

 

Piazza Marconi la forma della piazza si deve al fatto che era usata per allenare i puledri di Carlo Giorgini che, nel1860, si trasferì a Forte dei Marmi e vi aprì una banca. Il fratello maggiore aveva sposato Vittoria, la figlia di  Alessandro Manzoni.

 

In piazza Marconi incontro con i partecipanti  della passeggiata a piedi  ore 11,00 (indicativo)

 

 

Passeggiata a piedi.

Importante Riportare introduzione per finalità progetto e marcia del Clima

partenza 10,30 dal Pontile del II Gruppo integrerei con le informazioni dei biciclettai

Pontile.  Il 15 settembre Forte dei Marmi celebra la festa della Madonna Addolorata, protettrice dei marinai e co-patrona di Forte, insieme a Sant’Ermete.
Per l’occasione il quadro della Madonna, conservato presso la Chiesa di Sant’Ermete, viene portato nei pressi del pontile per recitare il rosario e benedire il mare.   Secondo la tradizione, il dipinto, realizzato dall’artista locale Ranieri Leonetti (detto il Chicchierieri) è stato protagonista di un atto miracoloso.   Nel 1852 una mareggiata bloccò a largo alcune imbarcazioni, impedendogli di raggiungere il porto di Carrara.  I fortemarmini portarono allora il quadro dell’Addolorata sul pontile ed il mare si calmò.
Dello stesso autore è il tabernacolo dedicato alla Madonna presente sulla via Provinciale (davanti al Bar Il Giardino) lungo la parete di Casa Zarri, l’abitazione più antica della cittadina.
L’opera, realizzata nel 1835 per volontà di Giuseppe Zarri, è stata dipinta su lavagna.

 

via Machiavelli.  L’attuale hotel “Paradiso del Mare”,  prima si chiamava Pensione Idone e nel 1917 vi soggiornò Papa Pio XII.   Vi soggiornarono anche importanti famiglie come gli Sforza ed i Colonna

viale Morin.   immaginate una Forte dei Marmi di fine Ottocento,selvaggia e incontaminata, che diventa il luogo di villeggiatura perfetto per una colonia di artisti (come la poetessa Isolde Kurz ed il pittore Boecklin) accanto a grandi industriali come Siemens.  Ricchi tedeschi acquistano a poco prezzo grandi lotti di terreno e iniziano a costruire le loro ville, circondate dalla pineta e con l’accesso diretto al mare (il viale litoraneo fu costruito quasi 40 anni dopo).
Gli abitanti del luogo chiamavano questi tedeschi “selvaggi” per il loro stile di vita così diverso e libertino.   Pensate che erano soliti stare in spiaggia nudi, tanto che il sindaco di Pietrasanta (Forte dei Marmi allora era sotto Pietrasanta) emanò numerose ordinanze per “moralizzare” i turisti.
Le ville esistono ancora, mentre le tenute sono state fatte a pezzi dalla speculazione edilizia.   Ad esempio, la Villa Siemens (oggi “Villa Apuana”) è ancora al suo posto, ma della vasta tenuta che la circondava non resta niente.   La casa del fattore (circa 1 chilometro nell’entroterra), è oggi la villa di Massimo Moratti, presidente dell’Inter.

Piazza Marconi, 11,00 incontro con i partecipanti della biciclettata, (indicativo)

Sempre ad un Giorgini si deve la fama del “made in Italy” all’estero nato a Forte dei Marmi nel 1898 e figlio di Vittorio, personaggio importante per la Versilia e amico del pittore Filadelfo Simi Giovanni Battista credeva fortemente nelle potenzialità dei prodotti italiani e una volta trasferito a Firenze tentò più volte di far conoscere al mercato americano l’artigianato locale, ma la crisi del ’29 e la guerra rallentarono i suoi progetti. Aprì così un negozio di articoli da regalo per le truppe alleate e nel 1947 organizzò la mostra “Italy at work” al Museo di Arte Moderna di Chicago dove espose vetri di Murano, ceramiche e tessuti.

Solo dopo la guerra si dedicò completamente al fenomeno moda: voleva presentare alcuni modelli italiani al museo di Brooklyn, ma gli alti costi frenarono il progetto. Ed ecco l’idea geniale!

Giorgini pensò di invitare a Firenze la stampa in visita alle sfilate parigine. Fino ad allora infatti la moda gravitava soprattutto attorno alla capitale francese e l’idea di Giovanni Battista era quella di creare un evento italiano subito dopo quello parigino per facilitare la presenza degli addetti ai lavori.

Il 12 febbraio del 1951 Giorgini aprì la propria casa (Villa Torrigiani in Via Serragli 144 a Firenze) alla prima sfilata di moda italiana dove  tutti gli invitati dovevano indossare obbligatoriamente capi “made in Italy”. L’anno dopo la sfilata venne presentata al Grand Hotel di Firenze e poi a Palazzo Pitti che dette vita a Pitti Immagine.

 

Via Vittorio veneto Nel Centro di forte dei marmi diventa difficile pensare che un tempo era una superfice ricoperta di boshi di Leccio ed Ontano. I boschi sono gli ambienti che assorbono CO2 e ne regolano la quantità in atmosfera. Quelli che  una volta si trovavano in Versilia oggi sempre più velocemente vengono distrutti: in montagna vengono aggrediti dalle cave , in collina dagli incendi estivi, in pianura dalla costruzione di Case e strade. Mentre aumentano le emissioni. E’ questo è più grave oggi che un tempo perché sta avvenendo in tutto il mondo.  (Comunque quando i gruppi si riuniscono si può parlare a più voci e dire ognuno nel suo tema).

 

Via Montauti,  Mutuo Soccorso fondata nel 1871, tra i soci fondatori Adele Ferruggento moglie di Carlo Giorgini e il conte Tommaso Albiani che fu secondo marito della Ferrugento dopo essere rimasta vedova d Giorgini. Sempre in via Montauti angolo via IV novembre fu realizzato nel 1842 il primo e ultimo laboratorio di marmo del Paese.

 

Via Stagio,  Casa Giorgini

 

Via duca di Aosta,  vecchia Chiesa e Magazzino del Marmo 

Dove via Duca d’Aosta incrocia la Provinciale al di là della strada dove via Duca d’Aodta muore si scorge un vecchio edificio con lo stemma mediceo. Si tratta del più antico edificio presente nel paese che risale al 1618.

Con il Lodo di Leone X, il 29 settembre 1513 il papa sancisce il distacco della Versilia storica (Stazzema, Seravezza, Pietrasanta e Forte dei Marmi) dalla Repubblica di Lucca e il suo passaggio ai Medici.

Il Papa ordina a Michelangelo di abbandonare le ben avviate cave di Carrara per prendere possesso di quelle di Seravezza. Il marmo estratto da Seravezza doveva servire a completare la facciata di S. Lorenzo a Firenze, un opera che resterà incompiuta perché il Papa all’improvviso, nel 1520, solleva Michelangelo dall’incarico. Il soggiorno dello scultura in Versilia non è tra i più felici: lamenta di trovarsi a lavorare in montagne vergini, a trattare marmi che sono aspri quanto il carattere della gente che abita la zona. Inoltre grandi problemi ci sono anche per i trasporti, occorreva infatti tracciare una via a suon di picconi sulle montagne, mentre una volta a valle le complicazioni aumentavano a causa della zona paludosa. E’  Michelangelo che costruisce la famosa via del marmo che terminava più o meno dove oggi si trova la piazza del Fortino. In fondo alla strada sul mare si costruisce un magazzino dapprima una capanna  (1560) poi una costruzione in muratura. Esso era usato come magazzino del marmo e ad ospitare soldati della guarnigione, successivamente viene utilizzato come deposito del ferro della Magona.(Ricordiamo che la Magona del ferro era un’istituzione creata nel 1540 da Cosimo I per gestire il monopolio della produzione del ferro). Qui al Forte arrivava il ferro grezzo dall’isola d’Elba che proseguiva la sua strada per l’alta Versilia dove veniva lavorato.

Lo stemma dei Medici oggi sull’edificio è una copia eseguita dallo scultore di Pietrasanta Togni mentre l’originale dovrebbe trovarsi nella sala del consiglio comunale.

Piazza Garibaldi,     Il Fortino è sicuramente uno dei simboli della riviera versiliese e la sua costruzione è una chiara conseguenza dell’incremento dell’attività estrattiva promossa dal governo mediceo sulle Alpi Apuane. Papa Leone X, la Signoria Medicea e l’Opera di Santa Maria del Fiore ordinarono a Donato Benti, scultore e collaboratore di Michelangelo in Versilia,  che realizza la Via di Marina  di cui si è già accennato. Dopo la costruzione della strada  nel 1778 nacque la proposta per  la costruzione del Forte allo scalo dei Marmi. Pensate che il progetto prevedeva 2607 pali di legno per le fondamenta e un costo non minore alle 43.750 L.!!! La struttura doveva essere difensiva, come dimostrano i bastioni dagli angoli smussati verso mare, e multifunzionale: ospitava il magazzino della dogana, la stanza per la Contumacia per ospitare le persone provenienti da imbarcazioni in sospetto di malattia e contagio, diversi alloggi, la caserma, la cucina e la cisterna. La struttura risulta terminata nel 1788.

L’edificio ha avuto poi diverse destinazioni d’uso e rimaneggiamenti:  il tetto e le aperture hanno subito modifiche sostanziali e nel  Novecento è stata abbattuta la torretta (visibile nello stemma della città). Nel 1928 Mario Cattaneo,  ingegnere comunale, si occupò dei lavori per trasformare il Fortino in Casa del Fascio. Terminata la guerra ospitò il Comitato di Liberazione Nazionale divenendo “Casa del Popolo”, accolse  sfollati, aule scolastiche, associazioni e nel 1957 un ufficio postale. Dal 1998 è di proprietà del Comune e attualmente ospita il Museo della Satira, l’ufficio informazioni turistiche e importanti mostre.

Insieme al Fortino, In Piazza Garibaldi, da notare il pozzo copia dell’originale distrutto da una bomba durane la II Guerra Mondiale, regalato a Forte da Pietrasanta nel 1816. L’originale risaliva al 1594 ed era stato  fatto realizzare da Ferdinando I Medici. L’acqua che forniva non era potabile. Se prima lo era solo il pozzo del Fortino oggi la situazione riguarda, progressivamente aggravandosi i  pozzi della Versilia. Secondo dati ARPA su 121 stazioni solo 4 raggiungono la sufficienza. Il resto risulta inquinato. Il Tallio è l’esempio più clamoroso. Un fenomeno che dipende dalla riduzione delle piogge e dall’aumento dei consumi.

All’inizio del 1800, il rifornimento dell’Acqua potabile veniva effettuato dalla signora Amalia Foffa e le sue figlie che la prendevano con una botte a Querceta, 2 volte al giorno, e la rivendevano ad 1 soldo al fiasco. Considerando che i consumi medi in Versilia sono i più alti d’Europa con 300Lt/al giorno provate a calcolare quante volte avrebbero dovuto andare e venire la signora Foffa e le sue figlie per una famiglia di 4 persone. Così l’Acqua di mare invade le falde di Acqua dolce via via che si svuotano ( fenomeno di salinizzazione) e  nei fossi l’inquinamento e la riduzione di acqua uccide la vegetazione che si riduce a periodiche  fioriture algali (fenomeno di eutrofizzazione)

In piazza del fortino si svolgevano le recite dei Maggi oggi scomparse

In piazza Garibaldi fu la prima sede del comune di Forte dei Marmi  inpalazzo ARTA lato Monti.

 

Incontro con l’Associazione  Marinai     11,15 (indicativo) e suono della marsigliese per ricordare i morti di Parigi

 

Piazza Dante  Il 26 aprile Forte dei Marmi ha festeggiato i suoi primi cento anni, infatti il 26 aprile 1914 la frazione raggiungeva la sua autonomia. Ma quali sono le motivazioni che hanno portato a questo evento?

Nei primi anni del Novecento la volontà di separarsi da Pietrasanta si fa sempre più forte: l’amministrazione fatica a soddisfare le aspettative degli abitanti e la pressione fiscale è alle stelle. La tassa di esercizio opprime le attività,  molte delle quali aperte solo durante il periodo delle bagnature, e le continue insistenze portano il Sindaco Adriano Ricci ad accogliere la proposta di autonomia.

Si pensa quindi di nominare una commissione capace di studiare il caso e di determinare i confini della località. E’ il 1907.

Cinque anni dopo con l’istituzione della tassa di soggiorno rivolta ai villeggianti  che avrebbe gravato in media per lire 15 a famiglia gli animi si infuocarono, i consiglieri di Forte dei Marmi si dimisero e manifestazioni in piazza e scioperi non mancarono. Pur di andare via da Pietrasanta  nel 1913 duecentottanta  persone firmarono una petizione con l’intento di far diventare Forte dei Marmi una frazione di Seravezza.

La proposta  di separare Forte dei Marmi da Pietrasanta venne discussa alla Camera nel 1914 su proposta del deputato Giovanni Montauti e dopo l’approvazione del Senato l’entusiasmo è tanto. E’ il Regio Decreto 26 aprile 1914 a dichiarare Forte dei Marmi Comune autonomo.

Ma il nuovo Comune deve crescere e Pietrasanta per i primi tempi si trova a sostenere economicamente la frazione. Dispone il pagamento di 5,20 lire a Angiolo Moschetti per dividere gli elettori fra quelli del capoluogo e quelli del Forte.

 Anticipa poi 100 lire per le piccole spese d’ufficio, invia una guardia municipale con servizio di turno settimanale e paga Giuseppe Cosci, incaricato della manutenzione delle vie e della pulitura delle fogne. Il 28 agosto 1914 stanzia 32 lire per il falegname Francesco Castellacci  “per lavori di apprestamento di una sala per le elezioni politiche al Forte dei Marmi” (Atti della Giunta: deliberazione 236, 1914, Archivio Storico Comunale di Pietrasanta).

Il 25 ottobre, nell’ex Magazzino Nuovo della Magona, si tennero le elezioni per il primo Consiglio Comunale. Risultarono eletti: Aristide Aliboni, Domenico Barberi, Rodolfo Barberi, Lorenzo Barbetti, Luigi Bianchi, Cesare Castagnoli, Francesco Castellacci, Achille Franceschi, Ulisse Franceschi, Angelo Frediani, Omero Lattanzi, Duilio Maggi, Egidio Maggi, Norberto Niccoletti, Adriano Ricci, Ruben Salvatori, Gaetano Sgroi, Tullio Tonini, Ugo Valeri, Dante Zarri. Inizialmente “Il Municipio venne collocato nel palazzo dell’Arta”, che attualmente ospita il Caffè Giardino.

Primo Sindaco di Forte dei Marmi è Adriano Ricci ma il malumore popolare incrementato dai dirigenti dalla S.I.P.E, lo costringono a cedere l’incarico ad Achille Franceschi.

Nel 1916 si procede alla divisione patrimoniale tra Pietrasanta e Forte dei Marmi “in merito ai redditi imponibili dei terreni e dei fabbricati dei territori dei due Comuni, e sulla popolazione accertata al censimento del 1911, l’aliquota percentuale per la divisione patrimoniale in lire 82,25 per Pietrasanta e in lire 17,75 pel Forte dei Marmi” (Atti della Giunta: deliberazione 152, 1916, Archivio Storico Comunale di Pietrasanta).

Il nuovo Comune ha bisogno di liquidità e ironia della sorte per fare cassa viene introdotta la tanto discussa tassa di soggiorno. E’ il 1917.

Via Risorgimento sede della Croce Verde fondata nel 1901 pinetina con pini spezzati riccordo del Tornado del 5 Marzo. Il vento venne dalle montagne a 300 Km l’ora e spazzò via tutto quello che incontrò alberi e case. E’ stato solo uno dei tanti eventi catastrofici che colpirono la Toscana e  ‘Italia nel 2014-15. Questi eventi saranno la normalità, se non peggio, se si supererà l’aumento medio di 2 C° in atmosfera. Già il mare che abbiamo di fronte in questi anni ha aumentato la sua temperatura media di 4 C° e la sua acidità sta aumentando minando la soppravivenza di tutto quello che sta nell’Acqua. Oggi con la sciabica non avremmo tutto il pescato che aveva “Colino” (ved. seguito)

 

Viale Italico Lungomare, i primi bagni al mare erano presenti già ai primi nell’800 e si sviluppavano su palafitte sul mare. Nel 1877 a fianco del nuovo pontile a sinistra si trovava il bagno per le donne e a destra quello degli uomini. La spiaggia era per lo più frequentata dai terrazzani (marmisti, facchini, bovattieri) e dai pescatori, dai  marinai, dai calafati (incatramavano le commettiture con la stoppa), mastri d’ascia (tagliavano il legname dello scafo e degli alberi), costruttori che trasformavano i progetti in barche. A forte nell’800 si aveva una flotta di 12 navicelli che spariranno con l’avvento del vapore. Nell’800 Nicola Cesarali detto “Colino” importa da Gaeta la pesca con la sciabica. La regata della Sciabica diventa una delle maggiori attrazioni delle estati di forte dei marmi ai primi del 900. I depositi dei Marmi si estendevano sulla arenile nell’area compresa tra via Idone e piazza Dante e via Mazzini e gli stabilimenti balneari.

Naturalmente non correva Buon sangue tra gli uni e gli altri.

Insieme ai pescatori, marinai, terrazzani cerano i coloni o i contadini.

Sul Lungo mare da notare i pini del bagno alpemare. Il Platano del bagno Apuania

 

Via Padre Ignazio e Vittoria Apuana 

( frate Francescano ucciso dai tedeschi durante l’ultimo anno di guerra)

Vittoria Apuana. Il suo sviluppo si deve alla S.I.P.E (Società Italiana Prodotti Esplodenti). L’organizzazione  milanese con sede anche a Pontremoli giunse in Versilia nel 1891 per fabbricare mine esplosive da utilizzare nelle cave di marmo presenti sulle Apuane. Il materiale prodotto veniva venduto anche in altre regioni italiane e all’estero.

Lo stabilimento arrivò ad occupare 600.000 mq di terreno, aveva un pontile d’imbarco, uffici, alloggi per gli operai, un acquedotto proprio, una latteria e terreni coltivati. Attorno a questo impianto nacquero spacci di generi alimentari, un forno e un pastificio per soddisfare le esigenze dei dipendenti in continua crescita. Nel 1914 lo stabilimento aveva ottanta elementi tra operai e dirigenti e in pochi anni raggiunse le 3500 anime.

L’architetto Franco Buselli nel suo libro dedicato a Forte dei Marmi elenca il materiale impiegato nella costruzione dell’impianto: 10 milioni di mattoni, 5 mila tonnellate di calce, 7000 tonnellate di cemento e 500 tonnellate di ferro. L’impianto venne poi collegato alla stazione di Querceta e al centro di Forte dei Marmi con un binario così da agevolare i dipendenti.

Purtroppo un grande incidente colpì la società: nel 1916 esplosero 540.000 kg di polvere causando morti e feriti. L’impresa arrivò a produrre quotidianamente 15.000 proiettili per il Ministero della Guerra e 40.000 kg di esplosivo. La fine della guerra rallentò la produzione tanto da licenziare molti dipendenti e si pensò di riconvertire il polverificio.

La chiusura avvenne nel 1920 quando un  decreto governativo impose l’allontanamento dello stabilimento dal centro abitato. I beni della S.I.P.E vennero messi in vendita e i 6000 mq di terreno furono lottizzati dalla Società Anonima Cooperativa Vittoria Apuana e dalla Cooperativa che promosse la costruzione di “Vittoria Apuana del Forte dei Marmi”.

Poco è rimasto del polverificio: qualche edificio abbandonato e la sede degli uffici. Villa Bertelli era sede della direzione della Società. E la chiesa di s. Francesco sorge dove era il deposito di stoccaggio.

Via G. Mazzini,  Villa Bertelli ore 12 (indicativo)

 

I biciclettisti possono allungarsi al bagno Angelo di levante per ammirare le dune che ha realizzato con un paziente lavoro negli anni e poi continuare per

Via Canova, ammirare i pini e il bosco umido

Via Lorenzo dei Medici,

Via De Grada,

Via A. Tonini,

Via F. Ferrucci

Via G. Mazzini, Villa Bertelli ore 12.(indicativo)